Sono ormai alcuni anni che il settore del turismo, soprattutto nel nostro Paese, ha visto una vera e propria rivoluzione: tanti proprietari di case per le vacanze in località di mare o di montagna e di appartamenti grandi e piccoli nelle città d'arte hanno pensato di produrre un reddito da questi immobili attraverso il modello dell'affitto breve.
Si tratta, come abbiamo raccontato con più dettagli in una news precedente, di una tipologia di contratto regolata per legge dal 2017 che consente a un proprietario di affittare una casa vacanze o un appartamento ammobiliato per un numero di giorni inferiori a 30 offrendo anche i servizi di pulizia e di fornitura della biancheria per la casa.
È un sistema molto flessibile, che sfrutta la visibilità ottenuta sui portali dedicati a questo scopo, come il nostro, e che prevede anche un regime fiscale piuttosto conveniente. I redditi provenienti dai canoni di locazione ottenuti con l'affitto breve di un immobile, infatti, possono essere tassati con una cedolare secca del 21% senza che si cumulino agli altri redditi percepiti dal proprietario.
Anche se, con la legge di bilancio 2022 sono state approvate alcune novità normative che limitano il numero di immobili che si possono affittare con la locazione breve senza dover aprire una partita IVA, il regime contrattuale degli affitti brevi rimane estremamente conveniente sia per chi possiede già un immobile da affittare, sia per chi sta valutando di investire una cifra nell'acquisto di una casa o di un appartamento da mettere a reddito in questo modo, magari affidandosi proprio a Dolidays.
Il grande mutamento nel settore del turismo di cui abbiamo parlato prima e che ha portato le case per vacanze gestite con le locazioni brevi ad essere un'alternativa molto concorrenziale ai classici hotel e ai bed&breakfast ha reso necessario dare delle regole sempre più chiare e precise per evitare che, tra i tanti proprietari di casa onesti, qualcuno facesse un uso illecito della libertà concessa da questo tipo di formula di affitto.
Per questo, nel corso di questi ultimi 5 anni, la normativa sugli affitti brevi si è modificata gradualmente e ha affrontato, di volta in volta, diversi aspetti che era necessario regolare per il corretto funzionamento, in tutta Italia, di questo tipo di locazioni.
D'altra parte, il settore turistico è una delle materie in cui sono più forti le competenze delle singole Regioni e anche i Comuni hanno voce in capitolo su una serie rilevanti di questioni riguardanti, ad esempio, la tassa di soggiorno attivata da alcuni di essi e il controllo sul rispetto delle norme di sicurezza nelle abitazioni private. Per questo motivo abbiamo oggi una serie di regole sugli affitti brevi che si differenziano da una località all'altra, anche se, man mano, la situazione tende ad una certa uniformità.
Attualmente la situazione rispetto agli obblighi per chi mette in affitto un immobile con regime delle locazioni brevi è la seguente:
Il dubbio, in effetti, è legittimo, ma la questione è semplice da chiarire: la Segnalazione Certificata di Inizio Attività o SCIA non è necessaria nel caso di una locazione di immobile con gli affitti brevi. È però necessario, in alcune regioni, procedere a qualcosa di simile, ossia alla Segnalazione certificata di inizio attività non imprenditoriale, un documento da presentare allo sportello delle attività produttive del Comune in cui si trova l'immobile e che ha valore unicamente a fini statistici. Le Regioni in cui è necessario compilare questa segnalazione certificata sono:
Il Codice Identificativo Antievasione, invece, è un codice alfanumerico che identifica ogni struttura destinata alla locazione, sia essa di lunga o di breve durata. Si ottiene registrando l'immobile presso uno specifico portale, diverso regione per regione, così come sono diversi i nomi che questo codice assume nei vari territori: si passa dal Codice Identificativo di Struttura CIS della Puglia al codice CITRA della Liguria, dall'Identificativo Unico Numerico IUN della Sardegna al Codice Identificativo Regionale di Lazio, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Abruzzo e Toscana, mentre in Campania abbiamo il CUSR (Codice Unico identificativo delle Strutture Ricettive).
Come vedete, una discreta confusione di sigle e nomi che rimandano, però, ad un concetto chiaro e uguale per tutti: per affittare un immobile, con o senza locazione breve, occorre registrarlo presso la regione d'appartenenza in modo da garantire i dovuti controlli incrociati.